sabato 13 dicembre 2014

Nero su bianco


Fanno male. Tutte le cose a cui devi rinunciare senza la certezza di volerlo, fanno malissimo. Fanno male le bugie, le verità senza le quali avresti vissuto comunque benissimo, le omissioni che perpetri perché ti sembra un modo accettabile di mentire, le certezze perché non è vero che aiutano a vivere meglio, i dubbi che mandano sempre tutto all'aria. Fanno male soprattutto i dubbi che servono a evitare di decidere, ma con garbo. Fanno male le cose che dici o scrivi senza prima capire da dove vengono, dove vogliono andare, a cosa servono e se, melodia a parte, significano davvero qualcosa. Fanno male gli schiaffi che ti hanno risparmiato per via degli occhiali, i calci in culo che nessuno ti ha dato perché hai sempre fatto in modo di non essere coinvolto direttamente in uno scontro. Dolgono le mani che non hanno trovato un posto sicuro dove fare quello per cui sono state create. Fanno male tutte le preghiere che ti hanno detto avresti dovuto dedicare a qualcuno che nemmeno si è mai presentato, le paure che sono state il pane quotidiano, le ansie di chi non aveva altro da insegnarti e ti ha fatto imparare a memoria solo quelle, i timori reverenziali, i sorrisi di cortesia, i tratti di strada percorsi in silenzio con qualcuno che non hai più rivisto, le parole che non dovevi dire e invece hai detto, quelle che dovevi scrivere e non hai scritto, le regole del cazzo che valgono solo se a non rispettarle sei tu. Fanno male le canzoni che hai ascoltato quand'eri felice e non lo sapevi, quelle che non hai sentito ancora e, di più, quelle che non sentirai mai. Fanno male tutte le notti in cui il sonno tarda a venire, quelle in cui hai viaggiato senza arrivare da nessuna parte, quelle bellissime che hai trascorso dove saresti voluto rimanere per sempre, le notti in cui hai messo tutta la forza che avevi perché fossero le prime di una serie lunghissima chiamata futuro. Fanno male le corse senza sapere che ne vale la pena, i caselli dell'autostrada che restano fermi insieme ai ricordi di quando li hai superati. I ricordi fanno malissimo, e ancora di più quelli che non volevi in nessun modo diventassero tali. Fanno male le scadenze, sempre incalzanti, sempre uguali a se stesse. Fanno male le voci sconosciute al telefono, mentre urlano perché qualcosa di cui non può fregarti di meno è andato storto tuo malgrado, le decisioni a cui devi rimetterti senza fiatare, le soddisfazioni grame del vedere che poi va tutto a puttane solo perché non si è fatto come dicevi tu. Fanno male le vigilie di Natale, quelle del ritorno al lavoro, le ricerche di lavoro quando ne hai già uno e, di più, quelle di quando non ce lo hai avuto mai. Fanno male i regali che avevi progettato di fare, quelli che ti hanno fatto, quelli che hai fatto e non potrai rivedere, le gioie negate, quelle dimenticate, quelle impossibili, quelle che sembrano sempre a portata di mano e poi non arrivano mai. Fanno male tutti i singoli luoghi in cui sei stato qualcosa di più umano di quel che diventi ogni volta che resti da solo, le strade che pensavi di rivedere, quelle che farai di tutto per imparare a memoria, quelle che vuoi dimenticare. Fa male la suola delle scarpe consumata nel posto sbagliato. Fanno male le asperità del terreno, i buchi nei vestiti, i piedi scalzi, gli odori familiari, quelli che senti per la prima volta e ti piacciono, quelli che non dimentichi nemmeno quando dormi, gli stessi che eri convinto ti avrebbero guidato per sempre, persino al buio. Fanno male le possibilità, quelle che raccogli, quelle che sprechi, quelle che ti sembrano troppo per te, quelle che non ti sono destinate, quelle che anche se ce la metti tutta restano solo possibilità, niente di più. Fanno male le cose che accadono quando non sei pronto, quelle che non accadono quando non riesci più ad aspettarle, le consapevolezze, i drammi, i film troppo seri, quelli troppo leggeri, i libri che non dovevi leggere a quindici anni, quelli che dovresti leggere adesso e invece proteggono la scrivania dalla polvere. Fa male la codardìa, la comodità di non dover scegliere mai, l'idiozia dello scrivere queste cose senza volerne scrivere altre migliori. Fanno male le persone quando non ci sono, quando non c'erano, quando poi arrivano e smettono troppo presto di esserci. Ancora di più fanno male le ampie vedute, gli errori che qualcuno vuol farti credere siano normali solo per giustificare i propri. Fanno male le incomprensioni, le toppe sopra gli strappi invece che le cuciture accurate, le belle intenzioni, le conseguenze, tutte le conseguenze fanno male e soltanto per evitarle sarebbe meglio smettere di muoversi, parlare, agire, pensare, nutrirsi, vivere, se necessario. Fanno male le cose che non capisci, quelle che qualcuno vuol spacciarti per complicate e sono invece soltanto prepotentemente stupide. Fanno male i capricci, le ripicche, le piccole vendette mute, le colpe quando sono punite con severità eccessiva. Tutto quello che metti nero su bianco ti sfianca, ti vince, ti riduce a brandelli. Ma più doloroso di tutto è non riuscire mai a porre rimedio.

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