domenica 5 settembre 2010

La belva e la bestia.



C’è sempre qualcuno, costretto carponi ad osservare gli altri che si divertono, sporgendo l’iride oltre le crepe dei muri, oltre le assi del pavimento. Qualcuno che teme di mostrarsi. Qualcuno che vorrebbe partecipare alle risate e non esserne causa ed oggetto. C’è sempre qualcuno obbligato a tendere l’orecchio oltre i mille rumori di fondo, tenendo premuta la faccia sul rivestimento freddo del bagno, oltre le porte chiuse a doppia mandata. Qualcuno che fugge le proprie parole eppure vorrebbe pronunciarle a voce alta, senza timore d’esserne investito e condannato. Sempre osservati ed ascoltati di lontano. Saremo sempre invidiati, ammirati ed infine odiati, come si odia la causa del proprio malessere. Non allargheremo mai le crepe nei muri, è vero. Non divelleremo mai le assi dell’impiantito, è vero. Non libereremo mai le serrature che ci proteggono, è vero. Sani eppure cattivi. Tutt’intorno, nelle mille penombre, il bene, zoppicando goffamente, ci spia.

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