lunedì 3 ottobre 2011

Chi odi bene a chiave.

Era un sorriso quando ti guardavo a testa in giù. Era riposo quando le uniche avventure erano nel buio delle abitudini. Era una fuga quando sapevo soltanto progettarla. Era un dolore quando poteva diluirsi dentro ai sorrisi. Era un ricordo prima che diventasse una condanna. Era un latente timore quando non mi lasciava scampo. Era un futuro sempre in bianco e nero, vestito di un abbigliamento fuori moda. Era una minaccia quando solo il pugno stretto sapeva esser conseguenza. Era una luce abbacinante, quella che mi dava solo lattiginosa memoria. Era speranza, quella che oggi è paura.

1 commento:

  1. Se questo fosse vero potrei ancora amare. Il mio giardino divelto dal napalm io osservo per capire come ricostruire.

    RispondiElimina