martedì 15 settembre 2015

La sete


Svegliarmi domattina ed essere acqua, questo vorrei. Svegliarmi e tutto intorno sentire il freddo del vetro di cui è fatto un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto che poi dipende da chi se lo beve. Ma tu bevilo, bevimi così la facciamo finita. Svegliarmi vorrei domattina e guardare il pavimento dall'alto del comodino, mentre una mano sbadata che cerca la sveglia mi spinge quel tanto che basta per farmi rovinare sul pavimento e poi arriva il cane e con un paio di lappate risolve il problema per sempre. Sei tu il cane? La bottiglia? Il bicchiere? La mano? La sveglia? Il Pavimento? I tempi verbali che non ne scelgo uno giusto nemmeno per sbaglio? Le virgole che ne metto sempre troppe o troppo poche e vanno a infilarsi ogni volta nel posto sbagliato? Svegliarmi nel rubinetto e tutto schiacciato aspettare di poterti lavare la faccia e poi cadere dentro il tubo di scarico e giù fino al mare, questo vorrei domattina, essere acqua e tu il rubinetto o il tubo di scarico o il mare che insomma dentro mi ci confondo e non ho più bisogno di sembrare quello che non sono. Essere acqua, acqua come tutta l'altra acqua e non già più preziosa, più naturale e pulita, questo soltanto vorrei. Glu glu glu.