Non hanno forma alcuna queste mie parole raminghe. Non sanno cantare, né parlare, né farsi strada dove c’è buio. Nascono sempre più sporadiche, corrono agli angoli della stanza e siedono sulle ginocchia, con la testa tra le mani. Non hanno forza queste lettere in ordine a formare preghiere insensate. Non sanno imbellettarsi ed apparire sotto le luci fasulle della sera. Restano sempre più spesso dove l’orecchio non le può ascoltare, rasentano i muri, strisciano una fuga meschina, vivono una vita leggera. Non hanno parole queste mie labbra, serrate in uno sformato sorriso, tirate in urlo violento, passite al peso dell’infelicità.
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