martedì 21 settembre 2010

Ninna nenia.


E non sono le congiunzioni a guisa d'inizio. Non le parole scarne del primo inverno. Non è il vento che increspa l'acqua salata alla tiepida luce del vespro. E non sono le vocali che schioccano come il sonoro vibrare della frusta. Non le grida del fattore alla bestia, movendola verso casa alla sera. Non è il dolore sottile delle tempie madide. E non sono le frasi calme dell'ozio, quelle sussurrate nella cecità dell'oblio. Non la lontananza degli anni, sedata con l'astuzia del ricordo. Non è la notte che troppo presto balza sull'uscio. E non sono i rumori sottili delle foglie che cedono al passo veloce delle nostre stupide scarpe. Non è la passione silenziosa dell'adolescenza timida. E non sono le preghiere del breviario che si contorcono sulle labbra delle giovani donne pentite. Non la vergogna per l'estasi della carne. Non è il tonfo che rompe la gola. E non sono infine le gocce che solcano il volto. Non i sospiri pesanti. Non è nulla di tutto questo. Solo il tempo che passa.

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