domenica 27 ottobre 2013

Anche se.


Anche se non so perché, sono contento. Anche se non me lo aspettavo ho avuto paura e ne ho ancora. Anche se credevo di sapere abbastanza, non so praticamente niente. Anche se pensavo il cuore non avrebbe fatto baccano, nel petto c'è un rombo assordante. Anche se ero convinto l'attesa non sarebbe finita mai, eccoti. Anche se i miei dubbi non sono immuni ai tuoi scendo dal treno. Anche se domani non ha contorni precisi quel poco che ho visto di ieri continua a piacermi. Anche se l'aria è l'unica cosa che necessito di respirare io dico che il tuo odore merita un buon secondo posto. Anche se ogni tanto mi sveglio nel panico sono qui e non rinuncerei per niente al mondo. Anche se lungo il viaggio quel panico ha preso posto accanto al mio, non ho voluto rivolgergli la parola: così io resto un poco, lui torna indietro. Anche se rimarrò immobile dietro agli occhi resi fissi dal peso dei tuoi, saprò gioire come un bambino nell'ora dei giochi. Adesso che siamo qui posso scriverti che mi sei mancata in mille modi diversi, ma senza smettere mai. Adesso che basta una smorfia a dire tutto quello che ci passa per la testa, posso inviare. 






3 commenti:

  1. A quest'ora avresti già scritto il libro. Ciao.

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  2. ma questo tuo prendere sempre il treno è una metafora della vita che fai sempre di corsa o un avvenimento preciso (che ti ha reso felice)?? lo chiedo per capirti meglio...io non c'ero nel tuo passato.

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