lunedì 27 giugno 2011

Gli occhi. Breve studio d'impeto numero uno. I tuoi.



Di sorrisi che spingono le orbite al cielo ma di silenzi che le fanno ripiombare in fondo allo stomaco. Di ingenuità delicata e cattiveria per finta. Di emozioni guardate con avidità e attese desiderate terribilmente sotto alle palpebre. Sanno dello sforzo tremendo di guardare nel buio, quando il resto della casa e della strada e della città e del mondo, sta stupidamente dormendo. Sanno del gusto proibito delle cose belle che finiscono in fretta e non spettano a tutti e non a comando. Sanno di disobbedienza. Sanno di mancanza d'orientamento. Sanno di quell'odore malsano che provoca la pazzia, quell'odore di fame insaziabile. Di questo sanno, i tuoi occhi per come li vedo.

2 commenti:

  1. Parole che stanno lì, una dopo l'altra, per entrare nell'anima e ricordarle che qualcuno da qualche parte le sa ancora usare così profondamente...
    I miei complimenti...

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