martedì 3 settembre 2013

Avevo una mappa.



Avevo una mappa e non lo sapevo. La tenevo aperta sotto al palmo delle mani ogni volta che, mordendomi le labbra, chiedevo urlando al pavimento quale fosse la direzione da tenere. Avevo una mappa e non lo sapevo. Tutte le strade erano segnate, percorse, invisibili, inefficaci. Avevo una mappa e non lo sapevo. Era fatta di attese apparentemente senza motivo, di parole casualmente perfette, di stupore repentino, breve, unico, sensazionale. Avevo una mappa e non lo sapevo, un foglio di carta grande da poter ospitare ginocchia e gomiti e un paio di occhi in contemplazione. Avevo una mappa e non lo sapevo. E quando l'ho guardata davvero, mi ha portato finalmente dove non avrei mai detto di esser diretto, dove non sapevo di voler andare, dove non credevo possibile ritrovare il sorriso. Avevo una mappa e tra me e te un'enorme distesa bianca senza indicazioni. Eppure ti ho trovata.



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