venerdì 20 settembre 2013

Quando per oggi avrai camminato abbastanza.



Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Fermati e ascolta. Ascolta e pensa. Non pensare troppo. Non pensare troppo alle cose che non meritano lo sforzo dei tuoi occhi socchiusi. I tuoi occhi che sono venuti da Oriente e guardano sempre più lontano di quello che possono toccare con la punta delle dita. Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Fermati e guarda. Guarda e ricorda. Non ricordare troppo. Non ricordare le cose che sono lontane nel tempo e probabilmente impossibili da raggiungere nel futuro. Il futuro che ti mette tanta paura, quasi che fosse già accaduto e si portasse addosso l'onta di una colpa che nemmeno sa ancora di poter commettere. Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Camminerò per te. Camminerò come ho fatto sempre, senza sapere bene dove andare, ma questa volta capendo perfettamente perché. Tengo stretti tra il viso e la spalla sinistra una bocca, due occhi e un naso che prima della partenza hanno preso lentamente quel che potevano conservare per qualche ora delle successive, mentre momentaneamente mi allontanavo. Camminerò per te. Camminerò come fanno i ricchi di spirito, coloro che hanno trovato la fede in qualcosa, e con essa la fiducia e la forza per camminare senza sapere quando potranno fermarsi. Camminerò come fanno le dita tra i capitoli troppo lunghi, precedendo gli occhi e sbirciando dove finirà il prossimo e comincerà il successivo. Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Togliti gli abiti pesanti, regala all'acqua il contatto con le tempie, stenditi un attimo dove vorrei aspettarti in silenzio, chiudi gli occhi e ascolta. Ascoltami. Parlerò per te. Parlerò come non ho mai fatto prima, segretamente e soltanto per te. E le foglie cadranno e saranno secche e immobili nonostante il vento, e il letto sarà rigido come il pavimento che ha saputo osservare il miracolo del pomeriggio indimenticabile che, insieme alle labbra congiunte di due sconosciuti, ha già trovato comodamente posto tra i ricordi migliori. Parlerò per te e tu ascolterai senza desiderare di fermarmi. Parlerò con te. Parleremo. Muoveremo a ogni istante le labbra come nella più fitta delle discussioni e intanto lo stomaco ci si sarà raccolto in un pugno, stretto e meravigliosamente inestricabile. Un unico pugno per due stomaci ingarbugliati. Finalmente la lingua sarà la nostra lingua, il suono sarà il nostro suono, il silenzio sarà il nostro silenzio, il nostro odore sarà il tuo odore. Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Fermati soltanto per un momento e lascia che riposi anche io. Lascia che guardandoti possa trovare finalmente sollievo allo sforzo continuo e ininterrotto del tenere gli occhi sbarrati per cercare di vederti ovunque, persino oltre l'orizzonte, dove anche le mastodontiche navi commerciali spariscono in fretta. Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Fermati ma non mi fermare, poiché voglio andare con te dove decideremo insieme di arrivare. Quando per oggi avrai camminato abbastanza, fermati. Non aver fretta, riposa e sorridi. Io aspetto, ché è una novità bellissima e non mi dispiace. Io aspetto d'esser chiamato per nome. Aspetto di poter provare quello che non ritieni possibile. Aspetto di poterti rivedere. E intanto ti guardo. Sempre. Che è la parola bellissima che abbiamo scelto per oggi.


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